La poesia è nata con la musica. In una piazza, in una corte, in una chiesa, gli uomini in silenzio ascoltavano parole intrecciate con le note.
La letteratura che tutti noi abbiamo studiato, e facciamo studiare, è silenziosa. Nell'approccio ai testi, soprattutto quelli medievali e rinascimentali, privilegiano la parola. In questo modo ci priviamo, e priviamo i nostri studenti, di una grossa fetta di senso.
Conosco la musica abbastanza da sentire il rammarico di non poterla frequentare più assiduamente di quanto vorrei. Da qualche anno provo a liberare l'insegnamento della letteratura dal silenzio, per la maggior parte delle volte, anacronistico. Non appena le note risuonano nell'aula, siamo tutti trasportati in un altro tempo, in un altro spazio e le parole amplificano, riempiono, vivificano.
In questo percorso che ho intrapreso, di fondamentale importanza sono sicuramente la collaborazione con i colleghi di educazione musicale, le infinite risorse online. E la lettura.
Proprio in questi giorni, ho ultimato la lettura di Storia dell'opera lirica di R. Pedrotti. Un testo snello, di facile fruizione in cui si dipanano vicende e personaggi che hanno portato alla nascita e alla fioritura del melodramma. Nelle pagine si trovano anche, di tanto in tanto, piccoli "box" esplicativi che gettano luce sul lessico specifico non comprensibile ai più.
Insomma una lettura efficace, piacevole e interessante che può essere usata, magari, per ricordare e focalizzare gli snodi fondamentali di una storia in cui l'Italia ha avuto un ruolo predominante. Storia i cui particolari sono analizzati in modo molto più particolareggiato in un altro testo che consiglio di leggere, a questo proposito, Breve storia dell'opera di D. J. Grout. Quest'ultimo testo, che ho preso in prestito in biblioteca, potrebbe scoraggiare per le sue dimensioni ma è talmente gradevole e ben scritto che le pagine scorrono cullate dal tempo che vola.
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