Anche quest'anno ho partecipato con i miei alunni a Libriamoci. Ho scelto di aderire al tema della "Gentilezza" perché credo, in questo periodo in cui ognuno sembra pensare a sé stesso, sia necessario sottolineare che sono le nostre scelte e i nostri atteggiamenti che possono fare la differenza.
Essere gentili ed accogliere l'altro è uno dei gesti che più ci caratterizza come esseri umani.
A questo proposito mi pare bello ricordare quello che ha detto la prof.ssa Daniela Lucangeli, ossia Quando è iniziata la civiltà? La risposta è che la civiltà è iniziata non quando è stato inventato il fuoco o la terracotta ma quando un uomo ha curato un altro uomo. Esiste un osso di femore di essere umano risalente alla preistoria, in cui sono evidenti le tracce di una ferita curata. Un essere umano si è chinato su un altro essere umano e ha lenito il suo dolore fisico.
Luis Sepùlveda ci ribadisce questo concetto in questo libro in un modo estremamente delicato. Si tratta di una favola che ci racconta che è possibile accogliere l'altro in modo gratuito. Fa solo bene.
Abbiamo letto le ultime pagine del II capitolo ai piccoli della primaria e dell'infanzia in modo inedito. Grazie alla magia della parola, per un istante, tutti noi abbiamo avuto il coraggio di essere Zorba che accoglie l'ovetto di una gabbiana morente.
Anche se "a distanza" siamo tutti stati vicini perché le parole sono capaci di abbattere qualsiasi muro.
Grazie alle parole che ha scritto Sepùlveda, tragicamente scomparso durante questa pandemia di Covid-19, l'autore non morirà mai veramente e alimenterà la fantasia e la crescita delle nuove generazioni.
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