Ci sono incontri che avvengono in luoghi inaspettati. Mille volte ho provato a candidare la mia scuola alle iniziative "Incontra uno scrittore" e "Adotta uno scrittore", promossa dal Salone Internazionale del libro di Torino, senza ottenere lo sperato successo.
E invece, ieri, qui, a 1.065 km da Torino ho avuto il piacere e la gioia di poter condividere con i miei studenti due bellissime e interessanti ore trascorse a dialogare con Giuseppe Catozzella. L'incontro è stato reso possibile dall'Istituto Italiano di cultura di Bratislava ed è stato inserito nell'ambito della promozione dell'ultimo libro dello scrittore, Italiana. Infatti il romanzo è stato tradotto in slovacco e pubblicato col titolo Talianka.
Si tratta della storia, sconosciuta ai più, di Maria Oliverio, una brigantessa che ha addirittura guidato un gruppo di briganti nel Sud dell'Italia post-unitaria, prima di essere arrestata e di concludere la sua vita in modo misterioso.
L'autore ha voluto far rinascere e alimentare il dibattito sulla rivisitazione della narrazione che è stata fatta del processo unitario. Una narrazione che è stata influenzata dalla necessaria propaganda risorgimentale ma che ha inevitabilmente offuscato alcuni elementi della realtà dei fatti. Il brigantaggio, lungi dall'essere qualificato dallo scrittore come un fenomeno esclusivamente criminale, e la conseguente reazione armata sabauda vengono definiti dall'autore una vera e propria "guerra civile" . Da questo evento, irrisolto nelle sue cause più profonde, avrebbe avuto origine il mai colmato gap fra il Nord e il Sud dell'Italia.
Sullo sfondo, la natura dirompente dei boschi dell'Aspromonte che la protagonista vive fino in fondo trovando finalmente la dimensione in cui esprimere la sua natura indomita e il suo desiderio di libertà.
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