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La pandemia e il mito

 


  "In moltissimi si è pensato: ma che follia di vita facevamo prima?"

Baricco sorprende il lettore così, con questa affermazione, all'inizio della "sezione" 23 (chiamarli "capitolo" mi sembra eccessivo). Il testo è stato scritto per costituire il contenuto di un sito web apparso online nell'ottobre del 2020. Il libretto che ne deriva sta in una mano ma riempie i pensieri di considerazioni densissime di significato.


Scritto nel bel mezzo dell'infuriare del Covid-19, sorprende per la magnifica definizione della Pandemia come "figura mitica" che, quasi a livello inconscio, l'essere umano ha evocato fino a farla operare nella realtà di tutti i giorni.


Quel che stavamo cercando
è proprio la considerazione che avevamo bisogno di cambiare il nostro modo di stare nel mondo e col mondo, e che i ritmi a cui abbiamo costretto noi stessi ed il Creato andavano cambiati.


A cosa ci porterà questo momento di pausa, questa parentesi sospesa fra un prima e un dopo, non lo sappiamo. Molti desidererebbero che rimanesse, appunto, una parentesi (basti pensare a tutto il dibattito politico - non soltanto europeo - che gira intorno a questo tema. Altri, invece, hanno scoperto che è possibile immaginare altri mondi e altri modi di vivere il mondo. Spetta a noi ascoltare quell'urlo di fatica, di ribellione, come lo chiama Baricco, e agire con piccole scelte. A piccoli passi.


Di certo la scuola non rimarrà a guardare e sarà uno dei luoghi privilegiati del dialogo sul cambiamento. Un luogo frequentato dalla presenza dei corpi che si scambiano parole ed emozioni, anche se a distanza di sicurezza. Una scuola in cui i banchi fervono di vita e di tutte le attività che ci sono tante mancate nel periodo di lontananza forzata.







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